Emile Griffith nasce a St. Thomas il 3 febbraio 1938. Pugile professionista dal 1958, combatte sui ring di mezzo mondo per 18 anni. Nella sua lunga carriera colleziona 85 vittorie, di cui 25 perKnock out, e 24 sconfitte. Noto per la sua tecnica straordinaria, è stato il primo pugile delle Isole Vergini Americane a laurearsi campione del mondo – nei Welter e nei pesi Medi -.
La sua vicenda umana e sportiva viene segnata tragicamente dal match valido per il titolo mondiale dei pesi welter con Benny the “Kid” Paret: il 24 marzo 1962, in diretta TV davanti a milioni di telespettatori, al 12° round Emile Griffith stringe il suo avversario alle corde e lo colpisce ripetutamente prima che l’arbitro ponga fine all’incontro. Ma è ormai troppo tardi: trasportato all’ospedale, Paretmuore pochi giorni dopo per i colpi ricevuti. Questo episodio segna profondamente la vita di Emile, che, gli esperti dicono, non sia stato più lo stesso pugile dopo quell’episodio.
In Italia è famoso per le sue leggendarie sfide con Nino Benvenutiper la corona dei pesi medi. In meno di un anno, tra il 1967 e il 1968, Emile ed il pugile italiano si incontrano in tre interminabili match, tutti terminati alla 15° ripresa: il primo è di Benvenuti, Griffith ha la meglio nella rivincita, ma soccombe nel terzo combattimento.
Nel 2005 Emile accetta di recitare in un documentario sulla sua vita dal titolo “Ring of Fire – Emile Griffith Story”. Il film ottiene una “nomination” al Sundance Film Festival. Incentrato sull’episodio del marzo 1962, il documentario scava nella storia del personaggio rivelandone gli aspetti più umani e meno conosciuti, al contempo stigmatizzando l’ipocrita moralità del tempo e fornendo un ritratto del fascino cruento della box.
Ora Emile abita a New York, ma ha recentemente espresso il desiderio di tornare nella sua terra natia. Ad un giornalista di St. Thomas ha affermato che intende realizzare un programma per l’insegnamento della box ai giovani e ha aggiunto di volersi impegnare per la promozione del turismo nell’isola. Dopo anni trascorsi lontani da casa, il sei volte campione del mondo esprime così il desiderio di tornare nell’incontaminato paradiso della sua dimora ancestrale.