Ufficio del turismo Isole Vergini USA in Italia



Musica canti e danze

Steel Pan, Calpyso e Quadriglia. Queste alcune delle tipiche espressioni musicali e della danza delle isole Vergini Americane. Ben diversa quindi la tradizione: non confondetela con soca, reggae, merengue caratteristiche di altre Isole dei Caraibi!
Le tradizioni delle Isole Vergini Americane sono strettamente intrecciate a quelle degli abitanti delle tre isole. Quando leggete le tappe storiche dell’arcipelago vi rendete immediatamente conto che almeno sette bandiere si sono alternate: civiltà a culture diverse hanno lasciato tracce nel corso dei secoli, importando usanze, costumi, strumenti, passi di danza, che – integrati ad altre ondate migratorie inter Caraibiche – hanno originato una tradizione distinta nel panorama della cultura West Indian.

La massima espressione si raggiunge durante il Carnevale: l’evento più festeggiato e più atteso sulle isole! Ognuna delle tre isole ha la sua celebrazione: a St.Croix in Dicembre, a St.John coincide con la Festa dell’Indipendenza il 4 di Luglio, a St.Thomas in Aprile.
E’ un festival assai elaborato. Risale all’epoca in cui gli Africani giunsero sulle isole.
Oggi si traduce in variopinte parate, costumi colorati, fiumane di gente allegra, mocko jumbies sui trampoli, fiere gastronomiche con specialità delle West Indies, feste che durano notti intere, musica calypso e competizioni di steel pan e via dicendo.
Mocko Jumbie è il simbolo tradizionale del carnevale: è lo spirito “elevato” che cammina sui trampoli, vestito di colori sgargianti e che si vede sempre durante le sfilate. Anche la storia del Mocko Jumbie giunge dall’Africa. Questo spiritello danzante ha tramandato per circa 200 anni le tradizioni culturali Africane: presidia i matrimoni ed i funerali ed è presente durante il raccolto e durante le svariate feste in qualità di protettore. Ha poteri soprannaturali, che gestisce abilmente dall’alto dei suoi trampoli. La sua mimica danzante protegge dal demonio. La maschera ed i costumi sono coperti da specchietti che attirano la luce e spaventano i demoni. Come presso alcune antiche tribù africane, spesso ha una maschera di pelle di capra ricoperta di conchiglie ed indossa pantaloni decorati di striscioline di pelle e specchietti. Si crede che gli spiriti si spaventino nel vedersi riflessi.
La musica Calypso si basa essenzialmente sull’uso di particolari strumenti musicali: il PAN oppure steel-pan.
Vediamo di capire l’origine delle band musicali che impiegano questa strumentazione: le steelbandsdelle Isole Vergini, che presenziano ad ogni manifestazione folkloristica e musicale.
La steelband nasce storicamente quale processione per le cerimonie di Camboulay, poi evolutesi nel festeggiamento del Carnevale dei Caraibi.
Il tamburo Africano era di fatto lo strumento originale che accompagnava queste processioni. Nel 1883, presso le isole di Trinidad e Tobago, il tamburo fu bandito e verso la fine del secolo fu sostituito dal Tamboo Bamboo, che rimpiazzava il suono del tamburo durante il Carnevale. Nasceva in questo modo il primo embrione di musica Calypso
Durante le parate d’apertura dei carnevali caraibici, chiamate genericamente J’ouvert, si consolidò una tradizione musicale che utilizzava i Tamboo Bamboo quale strumento principale: a seguito di questo sviluppo sorsero band musicali di Tamboo Bamboo in ogni angolo di Port of Spain.
Verso il 1935 – durante l’epoca del Rag-time di Alexander – una band di Newton si presentò in strada per la prima volta con dei barili e dei tamburi di latta. Di colpo – pochi giorni dopo – tutte le band di Tamboo Bamboo sostituirono i propri strumenti con quelli di latta che Alexander inventò!
Durante gli anni della Grande Guerra anti-fascista (1939-45) i festeggiamenti per il Carnevale vennero sospesi, ma non per questo si fermò lo sviluppo delle steelband. Molti musicisti nei Caraibi ed in America erano impegnati a seguire gli eventi bellici in Europa, in Africa ed in Oriente. Gli originali fautori del nuovo miracolo musicale furono, così, i nipoti degli schiavi ribelli del 1881, i protagonisti delle rivolte ferocemente sedate dal tristemente noto Capitano Baker: per primo Spree Simon, poi Leonard Morris, Sonny Roach, Oscar Pyle, Ellie Manette, Dudley Smith, Randolph “fisheye” Ollivierre, Wilfred Harrison predicarono il verbo del nuovo stile musicale.
Con la fine della guerra, la liberazione dell’Europa e la sconfitta del Giappone, furono organizzate ovunque celebrazioni per festeggiare la liberazione: Durante il VE ed il VJ Day, nei paesi Caraibici nuove band con orchestrazioni complete tornarono a suonare per le strade: Red Army, Sun Valley, Casablanca, Invaders, Rising Sun, Helle Yard, Desperados e Free French. Proprio il silenzio degli anni di guerra favorì la sperimentazione e la trasformazione definitiva dei barattoli e dei barili di latta in veri e propri strumenti musicali.
La moderna steelband nacque tra il 1939 ed il 1945, ma ebbe la sua definitiva consacrazione tra il 1945 e  anni ‘60. In questo periodo nacque il primo Steelband Music Festival e la prima Steelband Association, Nel 1951 si organizzò il primo tour all’estero di TASPO ed Ellie Manette suonò per la prima volta “Lullaby” di Brahms con una steelband.
Gli anni ’60 furono certamente gli anni d’oro: Hilanders, Pan Am Borth Stars, Guiness Cavaliers, Silver Stars e Ebonites diventarono le nuove band di grido. I GeniusesBettie Marshall ed Anthony Williams – furono tra i più apprezzati nuovi sperimentatori ed innovatori. Bobby Mohammed, Junior Pouchet e – più tardi – Ray Holman seguirono a ruota. La competizione J’ouvert “Bomb”,il Festival Musicale di Steelbands e la Steelband Carnival Competition così come Panorama divennero parte integrante del Carnevale e cominciarono ad essere considerati veri e propri eventi nazionali, elementi fondanti della cultura nazionale. Iniziò anche una nutrita produzione di dischi di steelband

Con il trascorrere del tempo la steelband abbandonò gradualmente la sua esclusiva connotazione carnescialesca e cominciarono a sorgere band più sofisticate. L’individualità del suonatore di Pan fu praticamente distrutta ed al suo posto nacque l’orchestra di 100 elementi di steelpan, denominata steel orchestra. Manifestazioni come la Panorama Syndrome e l’avvento della musica elettronica contribuirono a far superare a questo genere musicale un difficile momento durante gli anni ’70. Nacque persino un movimento per la salvaguardia delle steelband.
Con il giungere degli anni ’80 la situazione si ribaltò completamente e cominciò l’epoca del rinascimento e della resurrezione della steelband, che tutt’ora riscuote un notevole ed indiscusso successo.

Oggi, alle Isole Vergini USA è normale consuetudine assistere ad intrattenimenti musicali di Calpyso eseguiti da orchestre di steelband: ogni Carnevale isolano o festa importante comporta sempre la presenza di steelpan.
Se siete a St.Croix vi capiterà certamente di sentire nominare un artista locale molto conosciuto: Bill Bass. Durante gli ultimi vent’anni la carriera di Bill Bass è stata ricca di esibizioni: ogni festa in ogni grande albergo di St.Croix, ogni matrimonio importante, ogni visita di dignitari alle isole, ogni nave da crociera approdata ai docks di Fredriksted è stata allietata dalla sua musica. Bill Bass ha viaggiato in tutto il mondo intrattenendo ascoltatori di ogni dove ed ha inciso numerosissimi dischi e CD. Se siete a St.Croix andate ad ascoltarlo dal vivo: non ve ne pentirete! www.BillBassSteelPans.com

La Scratch Band

La scratch band è composta da uno strumento che suona la melodia e da un cantante, unitamente ad altri strumenti a corda ed a percussioni. La melodia nel XIX secolo era generalmente eseguita al violino, oppure con l’armonica. Dalla prima metà del secolo scorso si cominciò ad utilizzare un flauto di legno a sei fori. Tra gli strumenti a corda d’accompagnamento figuravano normalmente chitarre e, dal 1930, banjo, mandolini, banjo-ukulele, cuatro e ukulele in svariate combinazioni. Tra gli strumenti a percussione si annoverano i guiro, il triangolo ed il tamburello. Talvolta le band aggiungevano anche una cornamusa, oppure come a St.Thomas e a St.John un basso. Il guiro, onomatopeicamente chiamato whichero, è conosciuto anche come zucca, perché è ricavato da una zucca seccata e svuotata con gli orli curvati all’interno. Il guiro è suonato grattando gli orli con un pettine oppure con alcuni segmenti dei raggi di una bicicletta montati su un pezzo di legno. Il triangolo, anche chiamato steel, è un pezzo di ferro sagomato a forma di triangolo di circa 10 cm. per ogni lato. Con un altro ferro il musicista sfrega il triangolo penzolante da un pezzo di corda legato al suo pollice sinistro. Lo sfregamento all’interno del triangolo, sulla base e su un lato, produce suoni muti e risonanti che aggiungono diversi timbri al ritmo di base.
Anche la cornamusa non è proprio come la conosciamo noi europei. È infatti realizzata utilizzando un pezzo di tubatura d’acqua o di un tubo di scappamento d’auto, lungo un metro e venti oppure un metro e cinquanta e di un centimetro di diametro. Il musicista  soffia da una delle estremità facendo vibrare le labbra, producendo un tono molto basso ed un altro che è più alto di un ottavo ed un quinto. Benché la cornamusa sia tecnicamente uno strumento a fiato, è utilizzata come elemento ritmico e dà alla band un suono pieno.
Le scratch band di oggi non sono più composte dagli stessi strumenti di una volta. Cambiamenti sono intervenuti per soddisfare nuovi gusti e per compensare la scomparsa di alcuni strumenti e/o la mancanza di musicisti in grado di suonarli. Solamente il banjo,il guiro ed il triangolo sono ancora usati come un tempo, nella stessa modalità. La cornamusa è raramente presente e normalmente sostituita dal conga (tamburo). I colpi alti e bassi della cornamusa sono imitati con colpi vicini al bordo e nel centro del conga. Il tamburello non è più utilizzato, mentre le chitarre sono elettriche o amplificate. L’uso del basso elettrico, quello dei tamburi e la sostituzione dei tradizionali campanacci delle vacche con il triangolo, come avviene a St. Thomas, sono dovuti all’influenza della musica popolare. Oggi, poi, è il sassofono alto a fungere da strumento principale, mentre il flauto, di metallo o di legno, è usato sempre meno frequentemente e la fisarmonica è praticamente scomparsa: il forte impatto della musica delle grandi band Americane e delle dance bands è stata la principale causa di quest’ultima evoluzione.

The Alton Agustus Adams Music Research Institute (AMRI)

L’ AMRI è stato fondato nel 2001 a St. Thomas nella casa originale diAlton Augustus Adams Sr. L’Istituto facilita lo studio e la documentazione della black music nella regione dei Caraibi e, nello specifico, delle Isole Vergini Americane. La musica di questa regione deve, infatti, molto alla cultura black: in epoca coloniale agli schiavi era vietato ballare e parlare: il canto e la musica divennero così la loro unica forma di espressione. Furono proprio gli schiavi ad inventare la musica “calypso”, con parole e liriche spesso improvvisate, per poter comunicare gli uni con gli altri. Anche il “Cariso”, un canto particolare che ha origine a St.Croix, nasce da questa usanza degli schiavi Africani.
I summit di AMRI nel 2002 e 2003 hanno visto la partecipazione di specialisti locali, cantanti e musicisti quali: James “Jamesie” Brewster, Gail Watson Chiang, Eldred Christian, Stanley Jacobs, Helen Joseph, Ethel McIntosh, Sylvester “Blinky” McIntosh, Delita O’Connor, Alwyn “Lad” Richards, Fred Thomas e Leona Watson. Oltre ad i Summit, l’AMRI organizza workshop che illustrano tecniche di conservazione e documentazione, con lo scopo di facilitare lo studio e la ricerca sulle tradizioni culturali locali e lo scambio di informazioni ed esperienze tra studiosi ed appassionati. AMRI pubblica una newsletter bi-annuale intitolata “Cariso” e gestisce un piccolo centro d’informazioni e ricerca. AMRI si trova a Charlotte Amalie al 1-B Kongens Gade, Suite 1, ed è aperto al pubblico dal Martedì al Venerdì, dalle 9.00 a.m. alle 11.30 a.m. e dalle 12.30 fino alle ore 15.00. Tel.: 715-5680.

St. Croix è nota per essere la “land of seven flags”. La sua musica e le sue danze derivano perciò dalle culture e dalle tradizioni dei sette paesi che dominarono l’isola a cui si deve aggiungere il contributo dell’ancestrale origine africana di molti suoi abitanti: una miscela di calypso, di influenze ecclesiastiche, di cultura Latina, di retaggio Francese, di quadrille, di “southern step” Danese, della “battuta” Spagnola e del linguaggio radiofonico dei tempi passati. La grandezza dei musicisti di St.Croix è stata quella di saper conservare e miscelare sapientemente questa cultura musicale, frutto del melting-pot sociale e culturale.
Musica da ballo
Tutta la musica delle scratch band è musica da ballo. Include pezzi di musica Europea e del Nord-America, canzoni d’origine locale tipo la quelbe e canzoni d’altre isole dei Caraibi. Le canzoni possono essere vocali oppure solamente strumentali. Tradizionalmente, almeno nella buona società, era considerato poco elegante esibirsi cantando davanti ad un pubblico in occasioni ufficiali quali balli e feste: i testi delle canzoni contenevano, infatti, significati nascosti e sessuali, oppure mettevano in ridicolo alcune persone per i loro modi di fare o per come parlavano. Altre canzoni invece immortalavano eventi politici, quali boicottaggi oppure rivolte dei lavoratori. Con il passare del tempo ed il superamento dei pregiudizi imposti dall’etichetta alcuni pezzi di danza originalmente concepiti come strumentali, hanno poi avuto l’aggiunta di testi. Si scrivevano anche motivi romantici da cantarsi nelle notti di luna piena. Altre canzoni, infine, scritte quando ancora non si usavano strumenti quali la fisarmonica ed il flauto, erano solo vocali, utili nelle occasioni in cui non c’erano violinisti per accompagnare il pezzo.

QUELBE
Carta e penna alla mano, il Governatore Charles Turnbull il 30 Gennaio del 2004 ha dichiarato la quelbemusica ufficiale delle Virgin Islands. Il Governatore, in occasione della cerimonia ufficiale, si è augurato che nei prossimi 1000 anni la quelbe penetri nei cuori e nelle menti degli isolani e di tutti i cittadini del mondo. Quest’atto legislativo ha inserito la quelbe tra le materie d’insegnamento nelle scuole primarie delle Isole Vergini e l’ha riconosciuta quale elemento essenziale della storia dei Caraibi, strumento fondamentale per la comprensione delle tradizioni e della cultura nazionale. La Quelbe è stata per decenni la cronaca della società: un mix di musica Europea ed Africana, bandita per la sua pericolosità sociale dai proprietari delle Piantagioni di canna da zucchero durante l’epoca della schiavitù. La Quelbe è una fusione di ritmi bamboula e canti cariso, di suoni prodotti da tamburi e parate militari Europee, di svariate quadriglie, minuetti e danze dell’epoca coloniale. Lo stile era sviluppato da musicisti autodidatti, che suonavano con strumenti poveri, fatti in casa. Le canzoni quelbe esprimevano ironia, satira, cinismo, virtù morali, commenti sociali, protesta e rivolta.
Già due scuole isolane impartiscono lezioni di quelbe: Stanley Jacobs e la sua band Ten Sleepers Nightsinsegnano alla Claude O.Markoe Elementary School, mentre Camille “King Derby” Macedon è docente di Quelbe e banjo alla Eulalie Rivera School e fa parte anche del programma Weed and Seed alla Estate Grove Place. Lo stesso Camille è stato promotore di una serie d’iniziative per stimolare le radio locali isolane nel mettere in onda e diffondere questa musica.

I vecchi isolani delle Vergini chiamano alcune danze: “i balli di un tempo”: si tratta di quadrille, lancers, two step, seven step, waltz, schottische, jig, polka, e mazurka. Risalgono tutte al XIX secolo quando le Isole Vergini entrarono in contatto con molteplici culture e cominciarono a conoscere le più popolari danze Europee, protagoniste dei balli ufficiali nel vecchio mondo. Con il declino economico delle Isole Vergini verso la fine del XIX secolo, i contatti degli isolani con il resto del mondo diminuirono sensibilmente e contemporaneamente diminuirono gli apporti culturali provenienti dall’esterno. Fu così che alcune usanze e tradizioni delle Isole Vergini Americane, tra cui un certo numero di danze e balli del passato, rimasero in voga per un tempo considerevolmente più lungo che su altri arcipelaghi o isole dei Caraibi. Gli isolani adottarono i balli Europei, condendoli di sapori e spezie locali, di ritmi e di suoni d’Africa. Così mentre i Danesi ed i Francesi abbandonavano gli antichi balli per ritmi più moderni, paradossalmente furono proprio questi discendenti degli schiavi a mantenere vive le danze ed i canti dei loro padri: balli raffinati come minuetti, quadriglie e gavottes che ormai nei loro paesi d’origine erano passati di moda.

QUADRILLE
La quadriglia fu importata nei Caraibi dai Francesi con il nome di contredanse: si diffuse dapprima a Guadalupe e in Martinica, per poi raggiungere anche le Isole Vergini Americane. Non a caso mantiene il nome di contredanse alle Antille Francesi e prende il nome di quadrille alle Isole Vergini U.S. Le danze d’origine Europea si diffusero nelle Colonie Caraibiche tra il 1789 ed il 1838, e come ogni elemento culturale d’importazione, si “ creolizzarono” una volta giunte sulle isole. Ecco spiegata la presenza della quadriglia su alcune isole dei Caraibi quali St.Lucia, Dominica, Haiti e St.Croix, alle Vergini Americane. Una curiosità: influssi caraibici si ritrovano anche nella celebre tradizione musicale della Louisiana, dove all’importazione della cultura francese si aggiunsero decisivi contributi creativi da parte degli emigranti caraibici a New Orleans.

Così, mentre alcune antiche danze e balli sociali non sono più ballati, la quadrille si può ancora occasionalmente ascoltare a St. Croix. La quadrille è ballata da un certo numero di coppie che si allineano in un ampio ovale. Un set classico di quadrille include normalmente cinque o sei coppie che iniziano progressivamente a ballare a segnali differenti. Il procedere di ogni coppia è determinato da un “floor-master”, che chiama i differenti passi di danza mentre la band suona. Poiché il “ floor-master” non informa la band circa i suoi piani o le sue idee e lascia molto all’improvvisazione, l’orchestra e deve stare molto attenta ad ogni chiamata.
Il primo strumento inizia con una serie di accordi che gli altri musicisti devono seguire fino a riconoscere il pezzo da suonare. Mentre i musicisti suonano il pezzo più volte, la melodia varia ad ogni ripetizione. Il “floor master” contemporaneamente chiama i passi, armonizzandoli attentamente con i tempi delle fasi musicali. Se chiama il passo con un tono di voce differente – prima della cadenza finale del suono – i musicisti sanno esattamente che è ora di cambiare la figura e conseguentemente portano l’orchestra a dare alla melodia un twist inusuale, proprio poco prima del termine.

MASQUERADES
Un’altra opportunità per fare musica era durante le “masquerades” o le “massing”, termini propri degli isolani. Durante le principali festività, gruppi di gente in costume, ognuno con il proprio musicista, oppure – come direbbero gli isolani – con il proprio set di musica, si esibivano nelle strade delle cittadine. Nelle aree rurali i gruppi provenivano da tutte le piantagioni e si radunavano sui percorsi che conducevano alle città. Si fermavano di casa in casa lungo il tragitto, suonavano e ballavano per gli abitanti e in cambio ricevevano regali, cibo oppure monete. Più che in ogni altra occasione, le “masquerades” offrivano alle classi povere l’opportunità di mostrare i propri talenti musicali, oratori e drammatici. Si poteva sentire ogni tipo di musica folk, ma le più comuni erano le band di percussionisti.  I tamburi spesso consistevano in barili, che erano chiamati “boom boom” per il suono molto basso o semplicemente “keg” perché ricavati da ordinari barilotti usati per il trasporto delle merci. Gli “snare drums” erano invece ricavati da pentole o recipienti per la cottura dei cibi. Ecco spiegata la ragione per la quale è stato coniato il termine isolano di “kettle drum”. (che non si deve confondere con quello identico usato nella musica western del continente Americano!)
A St. Croix, i gruppi che sapevano miscelare al meglio teatro, oratoria, musica e danza erano quelli che riscuotevano il maggior successo: si esibivano alla giga masquerade ed al pezzo teatrale Davide e Goliath. Entrambi erano messi in scena occasionalmente quali intrattenimenti serali per una audience che pagava un biglietto d’entrata fisso o lasciava una piccola offerta. Si presume che queste due forme artistiche siano giunte sulle isole con i lavoranti delle British West Indies. Davide e Goliath era essenzialmente un atto unico tratto dalla tradizione biblica. Spesso, però, gli attori aggiungevano commenti spiritosi e mordaci su eventi quotidiani e questioni contemporanee che esulavano dal contesto dell’episodio narrato nella Bibbia. La giga masquerade consisteva, invece, in una serie di monologhi durante i quali ogni artista si esibiva in lazzi di vario genere, accompagnati da musiche molto simili alla gighe Irlandesi.

BAMBOULA e CARISO
Due altre tipologie di musica e di danza erano frequenti durante la celebrazione delle festività: il bamboula aSt. Thomas e il cariso in St. Croix. Entrambi affondano le loro radici nell’epoca della schiavitù ed erano praticate anche durante altri periodi dell’anno. Più di qualsiasi altro genere musicale alle Vergini, essi risentono fortemente della loro origine Africana.
Il Bamboula ha origine nell’area del fiume Congo, ma esisteva a St. Thomas fin dagli inizi del XX secolo. Era caratterizzato dal suono dei tamburi, danze e canti. I testi delle canzoni si basavano sulla cronaca locale e sugli eventi scandalisticii. Le canzoni talvolta erano semplicemente quattro o cinque strofe con un ritornello, altre volte litanie con ogni verso compartito tra un cantante ed un coro. I canti erano accompagnati da due musicisti che suonavano un tamburo barile, appoggiato al suolo. Uno dei due percussionisti usava entrambe le mani ed almeno un tallone per suonare il tamburo. L’altro musicista sedeva accanto al tamburo e suonava sul proprio corpo due bacchette di “catta” (vegetale). Altre donne ed uomini si aggiungevano liberamente durante il canto del bamboula.
Il cariso invece era cantato esclusivamente da gruppi di donne, che seguivano il ritmo di un tamburo suonato da un uomo. Le soliste venivano chiamate “cariso queens”. L’ultima cariso queen della storia morì nel 1940, portando con sé la tradizione nella tomba. Oggi il cariso è cantato solo da alcune donne anziane durante alcune festività o su esplicita richiesta. Queste donne sono generalmente le discendenti o, più semplicemente, le ex-vicine di casa delle cariso queens di un tempo. Oggi le canzoni cariso non sono più accompagnate da cori e probabilmente si discostano un po’ dalla tradizione originale delle “queens” d’una volta.
Esisteva anche una versione più formale del cariso, adatta ad occasioni speciali come, ad esempio, le serate d’intrattenimento. In questo caso il pubblico era tenuto a pagare un biglietto. Le canzoni erano probabilmente cantate in uno stile che combinava la recitazione con il canto. Lo testimonierebbe la melodia ed il ritmo di una celebre canzone di St.Croix: “Queen Mary”. Il brano racconta della giovane donna, Queen Mary appunto, che organizzò il Grande Incendio del 1878, quando i lavoratori si rivoltarono contro le spaventose diminuzioni delle paghe. Di tutti i canti delle Isole Vergini questo è probabilmente il più conosciuto. Per i nativi è un espressione d’orgoglio e un omaggio agli eroici concittadini che lottarono contro l’oppressione.
Queen Mary, oh where you gon’ go burn?
Queen Mary oh where you gon’ go burn?
Don’t ask me nothin’ at all. Just give me the match and oil.
Bassin (Bassin era il vecchio nome Francese di Christiansted; si riferiva al porto.) Jailhouse, ah there the money there.
Don’t ask me nothin’ at all. Just give me the match and oil.
Bassin Jailhouse, ah there the money there.
Queen Mary, oh where you gon’ go burn?
Queen Mary, oh where you gon’ go burn?
Don’t ask me nothin’ at all. Just give me the match and trash. ( I resti della canna da zucchero dopo che è stato estratto il succo)
Bassin Jailhouse, ah there the money there.
Don’t ask me nothin’ at all. Just give me the match and trash.
Bassin Jailhouse, ah there the money there.
We gon’ burn Bassin come down,
And when we reach the factory, ( Sugar factory, fabbrica nella Piantagione) we’ll burn am level down.
ME MOTHER HAD TELL ME
“Me Mother Had Tell Me”, un altra canzone molto popolare a St. Croix, avverte le ragazze dell’isola di non sposare un lavoratore Barbadiano. Questi cominciarono ad emigrare in gran numero a St.Croix verso la fine del XIX secolo e suscitarono immediatamente il risentimento dei cruciani, che ne temevano la concorrenza sul lavoro. Di loro si diceva che si prendessero si cura delle mogli, accudendole e mantenendole, ma che avevano anche l’abominevole abitudine di picchiarle.

Me mother had tell me not to marry to no Bobajan.( Barbadiano)
Don’t you left none of Santa Cruz’ blossom (Le ragazze di Saint Croix)
Go marry to no Bobajan.
Bobajan, Bobojan, man, them Bajan are the worst kind.
They gon’ feed you well and clothe you well,
But macrone (Zoppo) you for your lifetime.
What me go do with them?
Ah, what me go do with them?
Bajan are ten for cent and two for brata, (Gratis qualcosa in più, come nelle misurazioni dei fornai)
What me go do with them so?
(What) me go do with them?
Me no know what for do with them,
Bajan are ten for cent and two for brata,
       What me go do with them?

Questi esempi di cariso sono delle vere reliquie del passato. Molti di questi canti sono ancora nei ricordi delle persone anziane, che da giovani cantavano questi brani. Alcuni validi musicisti ad artisti locali hanno fatto molto per salvare la tradizione, sia nella musica sia nel canto. Grazie a loro ancora oggi alcuni Virgin Islanders possono ascoltare queste voci del passato.

Le danze, le musiche e i balli della tradizione delle Isole Vergini Americane sono tutt’oggi regolarmente praticate e rappresentate da alcuni gruppi professionali di danza quali gli Heritage Dancers di St.Croix ed iMungo Niles Cultural Dancers di St.Thomas.

NILES, MAGNUS “MUNGO” – St Thomas , 1916 – 1985
Magnus “Mungo” Niles, fu uomo di spettacolo e di cultura. La sua attività si concentrò nello studio e nella salvaguardia delle tradizioni folkloristiche delle Isole Vergini. Il suo interesse nella musica popolare fu senza dubbio stimolato dal padre, leader di una scratch band composta da strumenti popolari. Mungo sperimentò questi strumenti e deliziò gli spettatori, con le sue straordinarie interpretazioni dei canti popolari.
Grazie alle sue abilità musicali, si creò un nome nelle orchestre locali. Si specializzò nella fisarmonica, ma suonò anche altri strumenti popolari quali la chitarra, l’ukulele, il basso e il conga.
Conscio della totale assenza di sforzi per preservare le danze tradizionali delle isole, Niles nel 1952 organizzò il primo gruppo di danza culturale, conosciuto alle Isole quale Virgin Islands Dance Group. Il gruppo diventò famoso grazie agli spettacoli negli alberghi ed in occasione delle manifestazioni civiche. Nel 1957 il suo secondo gruppo di danza – Trinidad Calypso Troupe – fece una tournée negli Stati Uniti presentando eccellenti brani di steelband music e danza limbo. Durante gli anni ‘60 Mungo Niles portò nuovamente la sua steel band all’estero e persino ad Hollywood, dove prese parte a tre film:Lydia Bailey della Century Fox, Affair in Trinidad  della Columbia Pictures, e Jamaica Run dei Paramount Studios.
A riconoscimento della sua attività nel preservare le danze culturali del territorio, il Department of Conservation and Cultural Affairs assunse Niles quale primo insegnante nella Division of Recreation: fu, così, docente di danza per i bambini della scuola elementare. Il 17 Giugno 1984, il Democratic Party of the Virgin Islands, distretto di St. Thomas, lo onorò quale eccellente Virgin Islander per il suo contributo all’arricchimento culturale della gente delle Virgin Islands. Sposò Orpha Nee Elskoe, ed ebbe cinque figli: Alicia, Niles, Maduro, Liston ed Allen. Morì il 16 Novembre del 1985, all’età di 69 anni.

 

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